Intervista a Luca Bernareggi

Luca Bernareggi, Presidente di Legacoop Lombardia dal 2006 e Vicepresidente Legacoop nazionale

Luca_BernareggiDurante le giornate dell’economia cooperativa sono stati presentati i dati relativi alle società cooperative, dai fattori di competitività e di debolezza all’andamento economico in questo periodo delicato dal punto di vista economico. Che bilancio possiamo fare?

I dati relativi a settori merceologici che dimostrano una leadership dell’attività cooperativa, come per esempio la grande distribuzione, l’edilizia e l’agroalimentare, evidenziano una sostanziale tenuta delle imprese cooperative, che registrano risultati migliori rispetto ai competitor privati. La dimensione dell’impresa permette di fare fronte in maniera più strutturata alle problematiche connesse alla crisi contingente. Esiste tuttavia una platea di imprese cooperative che soffre maggiormente a causa delle difficoltà connesse al mercato di riferimento e delle dimensioni più ridotte. E’ questo il caso per esempio di quelle imprese cooperative che lavorano nell’ambito della fornitura di servizi alla pubblica amministrazione e che, in seguito al patto di stabilità e alla crisi, registrano ritardi nei pagamenti.

Gli elementi di competitività delle imprese cooperative annoverano organizzazione, personale e territorialità. Quest’ultimo aspetto tuttavia compare nella analisi condotta anche tra gli elementi di criticità.

La territorialità rappresenta un elemento strutturale della organizzazione cooperativa, che per la sua intrinseca natura e per la tutela dei soci e lavoratori evita forme di delocalizzazione. La territorialità ha certamente bisogno di un forte supporto aggregativi. Legacoop ha il compito non solo di rappresentare politicamente e sindacalmente le società cooperative ma anche di promuovere una serie di convenzioni e garanzie a supporto, per esempio dal punto di vista finanziario. La diversificazione geografica è un aspetto significativamente positivo perchè consente lo sviluppo sul territorio di posti di lavoro, opportunità, crescita economica.

Grazie alla sua organizzazione la società cooperativa ha la possibilità di essere un valido supporto alle esigenze del luogo in cui sorge: per esempio erogando quei servizi che comuni, comunità montane, consorzi hanno difficoltà a garantire a causa dei tagli economici statali. In questo senso le società cooperative riescono a sviluppare valore economico e sociale con alta potenzialità su territori ampi, dalla città fino a comuni più piccoli.

E’ necessario un maggior coordinamento provinciale per superare questo fattore?

Il filo conduttore tra il territorio e la nostra organizzazione regionale e nazionale è sempre aperto, il dialogo è sempre attivo per capire quali problemi si affrontano sul territorio, lavorare per risolverli e agevolare il buon funzionamento delle imprese che in esso operano.

Nello scenario della crisi attuale si collocano due sforzi fondamentali: la difesa dell’occupazione da un lato, il sostegno degli investimenti dall’altro. Nel primo caso si è volutamente escluso il ricorso ad ammortizzatori sociali, nel secondo come si è fatto fronte alla riduzione del cash flow dell’ultimo anno? Quale supporto finanziario è previsto per le cooperative?

Il supporto finanziario viene realizzato grazie alla convenzione con istituti finanziari come CCFS e Unipol, attraverso una cessione del credito o parte di esso. Le cooperative soffrono la mancanza di liquidità e il livello di preoccupazione eccessivo degli istituti di credito che soprattutto in questo periodo di crisi contingente sono più attenti a far quadrare i bilanci che ad ascoltare le necessità di imprese solide. Dalla crisi del credit crunch è uscito un sistema nel quale le imprese sono penalizzate nella concessione di credito in maniera incolpevole: si trovano a pagare tutte per investimenti un po' troppo "allegri" effettuati da istituti di credito negli anni precedenti. Il nostro intervento è anche in questo caso facilitante: siamo garanti nei confronti delle banche per le cooperative. Soprattutto in fase di start up, momento critico in cui la concessione di credito sia nel senso finanziario che nel senso di fiducia è veramente difficile.

Uno dei fattori di reazione è stato l’autofinanziamento dei soci

In taluni casi siamo entrati nel capitale mediante un processo di ricapitalizzazione. Fortunatamente siamo riusciti a fare fronte a questa situazione critica che l'economia sta vivendo, a non utilizzare ammortizzatori sociali come cassa integrazione o licenziamenti. Anche perchè il senso della società cooperativa è determinato dall'auto-impiego dei soci, pertanto il lavoro è un principio fondante che i soci medesimi e gli organi preposti come Legacoop tutelano strenuamente.

Nell’indagine sull’andamento delle società cooperative nel 2010 è emerso anche che molte società hanno operato fusioni tra loro.

Il settore immobiliare ha registrato per esempio alcune fusioni. Le difficoltà in cui versa il mercato immobiliare hanno indotto diverse cooperative ad una riflessione che permettesse di rendere fruttiferi gli investimenti realizzati nella costruzione di immobili, tutelando così il lavoro realizzato nel breve periodo, piuttosto che usare una tattica attendista sul lungo periodo troppo dispendiosa. Pertanto alcune cooperative, pur versando in uno stato di salute economica, hanno deciso di fondersi in un’unica società. E’ il caso di Uniabita nata dalla fusione di cooperative storiche operanti a sesto san giovanni e cinisello balsamo o dalla nascita della cooperativa Ecopolis a Milano. 

Le cooperative con la fusione di fatto si trovano davanti ad una operazione di finanza straordinaria. Cooperare Spa è il fondo che in due anni ha investito 95 milioni di Euro in 10 operazioni. Quali investimenti sono stati realizzati?

La cooperativa non può rinunciare a guardare al futuro. Cooperare Spa è il fondo che è nato per finanziare diversi progetti, in particolare all’interno di settori che richiedano un impegno importante dal punto di vista economico e che contemporaneamente siano in forte sviluppo. Ad oggi gli investimenti realizzati sono circa una dozzina con un taglio di circa 15-30 milioni di Euro. Uno dei progetti più impegnativi è rappresentato dall’unione di quattro cooperative per la costituzione di una concessionaria autostradale.

Quando nasce cooperare spa e chi sono i suoi soci?

E’ nata nel 2008 su iniziativa dei soci Coopfond, fondo mutualistico e CCFS con l’obiettivo di mettere a disposizione delle risorse per lo sviluppo di progetti caratterizzati da marcato profilo industriale e redditività equilbrata. Grazie al supporto di Cooperare spa ad esempio Manutencoop ha portato a termine l’acquisizione di Pirelli Facility Management. Si è rivelato uno strumento di notevole successo tanto che sono stati realizzati investimenti importanti e il fondo di capitali residui è quasi esaurito.

Durante un recente convegno presso la Camera di Commercio è stata lanciata l’ultima frontiera: le società cooperative di servizi professionali. Di cosa si tratta e quali sono ad oggi i risultati?

Ci sono alcuni settori in cui andranno bene. Uno è l’editoria. Le cooperative di professionisti nate finora hanno dato dei risultati estremamente positivi, abbiamo diversi esempi tra ingegnieri. Su altri settori come legale, amministrativo e fiscale bisognerà vedere soprattutto in base alla reazione degli ordini professionali. In generale comunque le cooperative multidisciplinari potranno essere una risposta molto positiva anche sul mercato.

Quali sono gli strumenti che Legacoop mette a disposizione delle cooperative?

Sicuramente una garanzia presso le banche che solitamente non amano investire nelle start up, poi una rete di supporto fiscale, amministrativo, contabile, finanziario e giuslavoristico. Non dimentichiamo neanche la necessità di formare. Legacoop poi ha una funzione rappresentativa sul territorio regionale e nazionale dando voce alle esigenze delle cooperative e portando avanti problemi e risposte.

Una notizia in anteprima per FinanzaStraordinaria.it e i nostri lettori

Stiamo commissionando una ricerca sulla tematica Expò: vorremmo capire come vivono i giovani questo appuntamento, se si sentono coinvolti. Riteniamo che il 2015 non possa essere un punto di arrivo ma la preparazione ad una occasione che diventi fruttuosa soprattutto per i giovani. Pertanto tutte le opportunità lavorative non dovranno sfiorire ma crescere più forti e questa è una bella scommessa. La vera sfida è fare vivere ai giovani l’evento come proprio, perché sia occasione di crescita. Per questo stiamo organizzando una ricerca che per i prossimi due mesi si dedicherà a capire il rapporto tra le nuove generazioni ed Expò. Tutti i risultati e gli spunti saranno presentati al congresso di Legacoop a metà marzo.

Expò sarà anche una occasione importante per le società cooperative del settore agroalimentare. Certamente l’Italia dovrà difendere in maniera consistente il primato dei suoi prodotti e della territorialità. Contro ogni globalizzazione il nostro paese ha la peculiarità invidiata da tutto il mondo di avere prodotti e ricette regionali, provinciali, locali e tradizioni altrettanto importanti e radicate che dobbiamo impegnarci a non perdere e difendere strenuamente.

La tutela del Made in Italy e la possibilità per le cooperative agroalimentari di emergere come promotrici di questo valore sono certamente temi centrali. Vorremmo avere uno spazio espositivo dedicato ai prodotti che sono coltivati e realizzati all’interno di queste strutture, esaltando proprio il pieno rispetto dell’italianità, del suo territorio e delle sue radici.

Editor 9/02/2011 Finanzastraordinaria.it