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Venerdì, 07 Gennaio 2011 00:07

Roma. La pittura dell'impero

Pittura_romanaLe storiche scuderie del Quirinale si apprestano ad ospitare una delle mostre più interessanti di questa stagione. Grazie all’abile regia di Luca Ronconi e al contributo di grandi musei che hanno permesso la recollecta delle opere. Tutti i visitatori potranno calarsi nella vita degli antichi romani e del loro impero dalla nascita con Giulio Cesare, mediante l’excursus pittorico offerto da “Roma. La pittura di un impero”. Le linee dei volti, quelle delle nature morte che ornavano le domus delle famiglie patrizie rapiscono ancora oggi gli sguardi per portarli in quel lontanissimo I sec. A.C. quando la grande Roma incominciò con il suo condottiero l’espansione. Tra grandi affreschi e rappresentazioni della scuola pittorica romana corrono i secoli in oltre 100 opere fino ad arrivare al V sec. D.C. Un viaggio nel tempo imperdibile, per scoprire radici di una grandezza che fu unica come quella dell’Urbe.

“Roma. La pittura di un impero” - Roma, Scuderie del Quirinale – Dal 24 Settembre 2009 fino al 17 Gennaio 2010

TB finanzastraordinaria 24/09/09

Fasto_e_RagioneSi è aperta il 29 maggio presso la Galleria degli Uffizi e accompagnerà tutti gli appassionati d’arte ancora per in proroga fino al 13 dicembre anzichè al 30 settembre, la mostra dedicata alla Firenze settecentesca “Il fasto e la ragione. Arte del Settecento a Firenze”. Nata con il patronato del Presidente della Repubblica e promossa dal Ministero dei Beni e le attività Culturali oltre che dalla Galleria degli Uffizi e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, la mostra conta tra i suoi artisti Matteo Bonechi, Ranieri del Pace, Giovanni Battista Foggini.

Un viaggio che ripercorre un secolo importante per la vita della città segnato dall’epilogo della dinastia medicea che tuttavia seppe portare anche nel momento finale, un contributo artistico di notevole pregio alla città chiamando artisti come Giuseppe Maria Crespi ad esprimere il proprio estro poetico. Opere, dipinti, sculture e arredi che ci parlano di un passaggio politico, epocale, artistico e culturale: il secolo dei lumi si affaccia in Europa, il gusto barocco si scontra con le linee più conservatrici del neoclassicismo. Una mostra per riflettere godendosi il panorama di un’arte calata nel tempio dell’arte: la Galleria degli Uffizi.

TB 22/09/2009

Lunedì, 17 Gennaio 2011 21:34

Pietro Giromini

Pietro_Giromini1Incontriamo Pietro Giromini, giovane architetto borgomanerese ospite della Galleria d'arte contemporanea Eventinove della omonima città. Il giovane artista lancia il volto oltre la superficie giocando nella sua scomposizione. Le frazioni del viso ordinatamente fuoriescono da resine grigie che all'occhio dell'osservatore sembrano pareti di roccia che si frangono e infrangono il viso.

Una visione specularmente metaforica, una duplicità di visione della divisione.
Il volto fuoriesce dalla superficie e da questo moto si rompe in frammenti che viaggiano verso lo spazio. Il volto non identificato, anonimo, in cui ognuno rivede il proprio mondo emotivo. E' il volto dei nostri giorni che incontra il duro impatto con i dolori, gli ostacoli e li supera diventando altro da sè, trasformandosi per poi ricomporsi al termine del moto (interiore) imposto dalla prova.

E' un movimento che scompone, come ci spiega Giromini "senza assurgere ad una valenza totalmente negativa come può essere inizialmente percepito il meccanismo di divisione, disgregazione. La forma che ho voluto dare, peraltro sempre differente da un'opera all'altra, è quella di un divenire che passando attraverso la vetroresina e quasi staccandosene con forza (seppur non del tutto) provoca un cambiamento."

Il volto che lei ha raffigurato è privo di linee di riconoscibilità, proprio per questo sembra universale ma contemporaneamente estremamente riconducibile all'individualità del singolo davanti alle "prove"...

"Il volto è volutamente stilizzato. Ciò che parla in quest'opera è essenzialmente la crasi tra il movimento di fuoriuscita dalla materia e ciò che da esso si genera. Pertanto è un concetto tanto universale di passaggio, nel senso di divenire cioè diventare altro, tanto è individuale: l'emozione che viene catturata dall'occhio dell'osservatore è sua, unica."

Un'opera che ricorda la stilizzazione di Mimmo Paladino, c'è qualche ispirazione?

Pietro_Giromini2"Certamente Paladino ha un influsso sulla mia arte. Le sue figure così essenziali eppure proprio per questo esaltatamente comunicative rappresentano un punto di arrivo di un percorso artistico importante. Figure che parlano con linee nitide nella loro generalità di forme (possono essere corpi di chiunque ma in realtà sono corpi che hanno un messaggio e una emotività estremi e precisi)."

Se da un lato è movimento che scompone, dall'altro lato è la vetroresina a partorire un mondo, da questa sembiante di roccia nasce la vita così come dalle mani dello scultore nascono i frammenti. Da pietra nasce arte, frammentata come la realtà che ci circonda, piena di sollecitazioni che impattano i nostri sensi confondendoli. Riuscire a ricomporre il caos è il compito che l'autore consegna all'osservatore. Chi guarda coglie anche la propria de-frammentazione, confusione, sensibilità.

L'opera diventa uno specchio di autocoscienza che con la robustezza della materia e la forza del movimento, scarno nelle linee ma violento nella comunicazione, investe l'osservatore chiamato a riordinare il proprio cosmo o più semplicemente a prenderne visione irrompente, ingombrante.

Uno contro molti che è molti contro uno.

TB 30/08/2010

Sironi, la Vittoria alata a Villa Necchi Campiglio

Sironi_Vittoria_AlataVia Mozart ospita una perla nel cuore di Milano: villa Necchi Campiglio.

Costruita tra il 1932 e il 1935 questa splendida opera architettonica dimostra l’estro di Piero Portaluppi che le dona piacevoli elementi in stile Decò. Oggi la villa si veste di un’ulteriore fascino ospitando la mostra curata da Elena pontiggia in onore del cinquantesimo anno della morte di Mario Sironi.

A partire dal 30 settembre e fino al 6 novembre Fai promuove “Sironi: la guerra, la vittoria, il dramma” permetterà di conoscere in 43 opere tratte dalle collezioni Isolabella e Gian Ferrari, uno degli artisti di spicco del primo novecento italiano. Dopo aver interrotto gli studi di ingegneria, Sironi nel 1913 aderì al movimento futurista regalando alla corrente opere fortemente volumetriche. La sua tensione artistica trovò diverse esplicazioni così che Sironi spaziò attraverso scenografia, pittura murale fino a diventare un baluardo del ritorno verso l’ispirazione decorativa classica.

Una delle opere più apprezzate, la tela della “Vittoria alata” realizzata nel 1935 ancora oggi lascia lo spettatore ammirato per la straordinaria plasticità e la forza propulsiva del movimento racchiusa in forme volumetriche parallelepipede. Le linee rette faticano a rimanere diritte davanti all’occhio che le immagina già arrotondarsi in un dinamismo unico. Proprio la rigidità spezzata dagli incroci delle linee dona all’opera una forza espressiva unica, in cui lo spettatore è testimone di un movimento intenso, sicuro, inarrestabile e per questo vittorioso.

TB Finanza Straordinaria 30/09/2011

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