Domenica, 19 Settembre 2010 16:12

Intervista Andrea Manganelli

Written by
Rate this item
(0 votes)

aNDREA_mANGANELLI_FILEminimizerNato a Firenze nel 1941, ha maturato una lunga esperienza manageriale anche a livello internazionale. Attualmente ricopre la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione di Ekamant Italia S.p.A., di TF SeC e di Medicea S.r.l. Sin dal 1983 inoltre è membro del Consiglio d'Amministrazione della Ekamant AB, società di diritto svedese attiva nella produzione e commercializzazione di materiali abrasivi. È membro del Consiglio di Amministrazione di Toscana Finanza sin dalla sua fondazione, ed è Presidente dal 1997.

Come è cambiato il mercato in cui operate dalla nascita della società ad oggi? Sono cambiati gli interlocutori?

Direi che attualmente i crediti più difficilmente esigibili rientrano nella sfera dei mutui perchè ci riferiamo ad importi elevati, il cui impatto è più consistente e quindi comporta una maggiore difficoltà dell'esigibilità. Toscana Finanza non si occupa di questo tipo di crediti per tutta una serie di ragioni tra cui anche la specializzazione, è indispensabile offrire la migliore competenza nei campi in cui si opera e noi non abbiamo puntato su questo specifico settore.

Toscana Finanza si occupa di acquisizione e gestione dei crediti di difficile esigibilità. Quali sono i crediti più difficilmente esigibili nel mercato attuale?

E' una domanda molto difficile perchè i nostri interlocutori sono totalmente diversi come natura. Per esempio noi acquistiamo crediti dalle procedure concorsuali e posso dire che relativamente a questo settore il mercato è cambiato moltissimo. Quando abbiamo cominciato non c'era la consapevolezza di effettuare una scissione onerosa per questo tipo di crediti, oggi grazie al nostro lavoro decennale tutti i tribunali fallimentari sono a conoscenza di questa opportunità. Si è acquisita in materia una maggiore consapevolezza, direi grazie anche a Toscana Finanza.

Su quali “crediti” avete fondato il vostro ingresso in Expandi nei confronti dei vostri azionisti?

Noi abbiamo due principali aree di intervento del credito. I crediti cosiddetti fiscali ossia nei confronti dell'agenzia delle entrate e i crediti finanziari (società di credito al consumo, banche, leasing, società finanziarie). Abbiamo fondato sul lavoro condotto su queste due principali tipologie di crediti la fiducia dei nostri azionisti.

Quali obiettivi avete potuto realizzare grazie all'ingresso in Borsa? E quali saranno quelli futuri?

Gli obiettivi immediati che abbiamo realizzato appena terminato il processo di quotazione sono stati senza dubbio una maggiore visibilità della società, della sua struttura ed attività nei confronti del mercato oltre al reperimento di nuovi mezzi finanziari. Nella situazione attuale di mercato, l’incremento di nuovi capitali è molto difficoltoso ma permane invece l’aspetto di maggiore visibilità di Toscana Finanza. Certamente abbiamo le spalle più larghe, siamo meno sensibili agli andamenti del mercato. Inoltre abbiamo la possibilità di acquistare nuovi portafogli e realizzare operazioni di finanza straordinaria acquisendo anche dei competitor diretti.

Quali supporti sono indispensabili dal punto di vista etico, informatico, personale e professionale per riuscire a recuperare un credito?

L'etica è una delle basi sulle quali fondiamo la nostra attività insieme alla trasparenza. Il lavoro che facciamo è molto delicato sia a monte che a valle cioè sia nei confronti dei cedenti che devono avere la sicurezza di affidare il credito ad un interlocutore fidato, sia del ceduto in quanto è un soggetto debole per definizione. La necessità di lavorare seguendo un'etica molto forte è fondamentale per questo tipo di attività. Un personale qualificato e la disponibilità di supporti informatici specifici e specializzati consentono di gestire le grandi masse che seguiamo. La situazione economica attuale può incrementare il vostro business poichè il potere di acquisto è certamente sceso e ci sono sempre maggiori ricorsi a modelli di consumo basati sul credito.

Quali sono le situazioni più ricorrenti a cui fate fronte nel recupero di crediti: fallimenti di aziende, cartolarizzazioni credito al consumo o altro?

Noi abbiamo una specializzazione nei crediti di affari nei confronti dei privati per cui nella stragrande maggioranza siamo orientati verso questa categoria. Questo non preclude dei non performing nei confronti di aziende.

Come agite nell'ambito di fallimenti gestiti da Enti Pubblici e Tribunali? Avete mai pensato di costituire in Italia un "vulture" fund (ndr. fondo avvoltoio)?

Non abbiamo pensato al fondo avvoltoio perchè sono due lavori completamente diversi anche se teoricamente vicini. Nei confronti dei fallimenti agiamo in maniera professionale per cui con estrema trasparenza, professionalità ed etica. Una delle guide che spesso i giovani non individuano nel loro percorso è il mentore. Se lei idealmente potesse donare un “credito formativo” alle giovani leve, cosa consiglierebbe per investire nel futuro professionale? Sicuramente passare da una fase di esperienza sul campo specialmente con la formula dello stage. E’ una formazione che dà un vantaggio competitivo nel momento in cui si debba affrontare un'attività sul campo.

Quali sono secondo lei i passi falsi che portano le piccole e medie imprese a fallire? La fase di empasse si potrebbe superare senza ricorrere necessariamente a forme di indebitamento troppo onerose per essere sostenibili?

Spesso secondo me è una carenza di capitale che porta a queste problematiche. Questo comporta un sempre più massiccio ricorso al debito. Un’altra ragione può ravvisarsi nei mancati investimenti qualificati. La carenza di ricerca e sviluppo comporta dei problemi nell’azienda, a prescindere che siano dovute a mancanza di capitale o mancanza di volontà di investimento del capitale in questa direzione. Se poi i pochi investimenti deliberati sono spesi male non si ottiene alcun frutto positivo per l’azienda. Ci dovrebbe essere molto più ricerca da capitalizzare anche grazie a fondi di investimento. E' la carenza di capitalizzazione che è mortale.

Come risollevarsi da un debito ingente contratto?

Aprendo l'azionariato della società a nuovi soci con disponibilità finanziaria come per esempio fondi di Private Equity.

Secondo lei la cultura italiana è troppo tranchant sul fallimento delle imprese al punto da “bollare” gli imprenditori che senza dolo sono incappati in un fallimento? Come si potrebbero “riabilitare” queste situazioni?

Questa è una domanda molto delicata che apre ad un discorso molto ampio. Il concetto di fallimento è insito nell'apertura di una attività: si è esposti al rischio di non avere successo.

Quali saranno secondo lei gli strumenti che nel futuro rappresenteranno i nuovi mezzi di credito? Si correrà nuovamente il rischio di inciampare in una crisi come quella dei sub prime e gli strumenti derivati dal debito?

Dipende nei confronti di chi questi strumenti di credito saranno emessi. Riferendoci alle piccole e medie aziende penso che sia molto positiva l'apertura all'ingresso di fondi di Private Equity che sono in grado di iniettare capitali e hanno un’ottima capacità gestionale.

E per imprese più grandi?

Il ricorso alla borsa.

Quali suggerimenti darebbe a finanzastraordinaria.it per rispondere in modo sempre più concreto alle sue esigenze di professionista?

Dare una visione più larga possibile delle problematiche del settore in modo che i professionisti possano avere una veduta più ampia e capire meglio realtà che nel loro specifico sono più difficoltose da conoscere.

Editor finanzastraordinaria © www.finanzastraordinaria.it 15/12/200

Read 53821 times Last modified on Lunedì, 06 Dicembre 2010 18:03