Information overloaded

Siamo sommersi dalle informazioni, da mancare il fiato L'eccessiva ridondanza delle comunicazioni, l'eccessiva presenza di nuclei informativi, la mancata organizzazione dei mezzi trasmissivi: tutto contribuisce a creare un sistema non economico che rischia di apportare gravi danni ai sistemi di lavoro esistenti. Secondo le ricerche più recenti effettuate da un società americana, Basex. L’ Information Overload (ovvero l’eccesso di informazioni) costerà all'economia degli Stati Uniti un minimo di 900 miliardi dollari all'anno in termini di diminuzione della produttività dei dipendenti e riduzione del tasso di innovazione. Nonostante la cifra possa sembrare sovrastimata, riflette la perdita del 25% dei giorni lavoro del solo settore degli impiegati di concetto per far fronte a questo problema.

Questo sovraccarico di informazioni comporta la perdita della capacità di prendere decisioni, elaborare le informazioni, e assegnare priorità alle attività che devono essere svolte.

Si pensi che alcuni lavoratori passano fino al 50 per cento del loro tempo tra email e altre fonti informative, prevalentemente online. Ma quando trovano il tempo di lavorare? E’ quindi indispensabile la razionalizzazione di questi processi, per poter avere un impatto significativo sulla produttività. Ma come?. Le imprese dovranno trovare un a via d’uscita da questo processo che si aggrava di anno in anno (e con il boom dei social network registrato nel 2008 altre fonti informative hanno preso la loro posizione sul palcoscenico mondiale). Dovranno iniziare un piano di salvataggio dal sovraccarico di informazioni, prendendo contromisure attive, al fine di rimanere competitive Alcune aziende lo stanno già facendo.

Ad esempio Intel, la più famosa società produttrice di chip, cuore di ogni computer, con più di 80.000 dipendenti, vede il sovraccarico di informazioni come un problema grave. "In Intel abbiamo stimato l'impatto di un eccesso di informazioni su ogni lavoratore della conoscenza fino a otto ore alla settimana", ha riportato Nathan Zeldes, ingegnere capo. E se una società come Intel, quasi monopolista nel suo settore incomincia a studiare le contromisure al problema per il proprio business, forse è il caso che incomincino a pensarci anche le società italiane del settore della conoscenza, per non finire ulteriormente emarginate nel contesto competitivo globale. In particolare però è l’email la maggiore imputata della perdita di produttività dovuta al sovraccarico informativo. Il diluvio di email è in gran parte dovuto alle società che utilizzano la mail per cose sbagliate – trasmissione di file, collaborazione, gestione delle attività, discussioni e costruzione del consenso, etc

Utilizzando una mail per ogni tipo di esigenza comporta che per ogni singolo messaggio vi saranno un diluvio di risposte, con le stesse informazioni che vengono replicate più volte. A Roma direbbero: Rispondi a tutti e…passa la paura!. La nostra proposta consiste nell’adozione sempre più generalizzata di strumenti di collaborazione online, che utilizzino una logica "pull" e non “push”. In altre parole le persone accederanno alle informazioni solo quando ne avranno bisogno, al contrario delle email che ci perseguitano anche dopo che la nostra parte del progetto è stata completata. In un prossimo articolo, redatto da un nostro esperto di software, affronteremo il tema tentando di fornire indicazioni e suggerimenti utili a chi voglia cercare una soluzione al problema trattato.

15/01/2010 Ma finanzastraordinaria.it 2010